VARIE (News e pensieri sparsi)
Ieri sera ho visto il secondo tempo della partita (vinta 2 a 1) degli allievi di Lucio Cossarini. Gran persona Lucio, bravo mister ma soprattutto grande uomo, lo dimostra anche l’episodio di qualche partita fa quando fece annullare un gol per la sua squadra (un gol importante) viziato da un’irregolarità non vista dall’arbitro. Peccato che a vedere le partite dei suoi ragazzi ci sia gente che è tutto il suo opposto. C’è per esempio un signore anziano che non so di chi sia nonno o parente, che ogni volta che capito a vedere gli allievi, insulta arbitro e avversari in modo imbarazzante. A queste persone dovrebbe essere vietato l’ingresso al campo alla stessa stregua degli ultras che commettono violenze. Queste sono le persone che avvelenano il calcio, il peggior esempio da dare ai più giovani. Essendo l’età giovanile un’età stupidotta per sua natura, alcuni amici dei giocatori in tribuna ieri si sono fatti influenzare da questo signore “educato” e a loro volta hanno insultato arbitro e avversari. E a questo punto devo dare un 10 + all’encomiabile Bruno Santi che da bordo campo invitava i ragazzini a smetterla (mentre il nonno gli dava contro!). Che tristezza! Come diceva il filosofo italofrancese Kamal Moccassoratà: “Se la madre dei cretini è sempre incinta, viva l’aborto!”
Considerazioni sul ruolo dell’allenatore giovanile. Tempo fa durante un allenamento dei miei bimbi constatavo che l’allenatore è come un cuoco: ha tanti ingredienti per fare diciamo la sua torta. Quando alcuni ingredienti mancano, la torta viene più buona di quando ci sono tutti. Basta un solo ingrediente fuori posto che anche tutti gli altri diventano… cattivi. E quando non puoi permetterti di eliminare l’ingrediente fai in modo che la torta sia comunque commestibile.
La legge di Manser. Ho elaborato questa teoria per chi allena giovani e non solo. Fino agli 8 anni un allenatore dovrebbe adottare questa formula durante gli allenamenti: DIVERTIMENTO – TECNICA – TATTICA, dove il divertimento deve essere la componente predominante mentre la tattica quasi nulla. Dai 9 ai 12-13 anni la formula diventa: TECNICA – DIVERTIMENTO – TATTICA. La tecnica passa in primo piano senza rinunciare al divertimento e si comincia a dare importanza sempre maggiore alla tattica. Dai 14 ai 18 anni ecco che la formula cambia ancora: TECNICA – TATTICA – DIVERTIMENTO. La tecnica rimane basilare mentre la tattica assume grande importanza, a scapito anche del divertimento che rimane comunque imprescindibile. Dai 18 anni in poi avviene l’ultima metamorfosi della formula: TATTICA – TECNICA – DIVERTIMENTO. La tattica è ormai diventata fondamentale. La tecnica che dovrebbe ormai essere nel bagaglio del giocatore va sempre e comunque “oliata”. Il divertimento viene un po’ ridimensionato, ma starà all’allenatore creare i presupposti per divertirsi, anche fuori dal campo. A questo punto subentrano altre componenti nella gestione della squadra ma per questo vi rimando al libro “How to be a coach being a madman” di Robert Belin Bazzot.
Concludo con una news extra calcistica. Il successo di Tony Stantuffo sta ormai raggiungendo livelli stucchevoli: lo vediamo nei programmi Rai e in quelli Fininvest, dalla “Prova del cuoco” a “Amici”… Spero di cuore non si stia imborghesendo e soprattutto mi auguro non si faccia fagocitare dallo showbiz. Sarebbe una delusione per migliaia di fan se Super Tony, idolo anarchico e supereroe antisociale, vendesse l’anima al successo e al denaro. Ad ogni modo, per le sue ultime imprese vi indirizzo nel suo blog http://tonystantuffo.myblog.it e nel blog http://vivoargile.myblog.it . Alla prossima.